Bari: una mostra racconta il bombardamento tedesco del 1943 (e le bombe chimiche USA…)

By novembre 30, 2017NOTIZIE

Si è inaugurata oggi. giovedì 30 novembre 2017, negli spazi dell’Archivio di Stato di Bari la mostra fotografica sul bombardamento della città di Bari del 2 dicembre 1943.

Sono stati riproposti, con filmati e conversazioni, i tragici fatti accaduti a Bari, in occasione di quello che è stato definito il più grave disastro chimico della Seconda guerra mondiale e per cui la città è stata definita la “Pearl Harbour del Mediterraneo”.

La notte del 2-3 dicembre 1943 il porto della città di Bari, occupata dalle truppe angloamericane, venne attaccato da uno stormo composto da ben 105 bombardieri Junkers Ju 88. Vennero affondate 17 navi da trasporto alleate (angloamericane, italiane, canadesi, norvegesi, polacche, lituane, francesi e olandesi) e otto furono gravemente danneggiate. I relitti bloccarono il porto per tre settimane provocando gravi difficoltà logistiche agli Alleati nell’approvvigionamento delle truppe, che dovettero rallentare sia l’offensiva sulla linea Gustav sia la ricostruzione dell’aeroporto di Foggia.

Le perdite militari angloamericane assommarono a oltre mille morti, e circa altrettanti civili italiani persero la vita in seguito agli incendi e alle esplosioni e alla nube tossica scatenata dalle navi incendiate.
Durante l’attacco infatti venne colpita la nave statunitense SS John Harvey, che trasportava un carico di bombe all’iprite, dalla quale fuoriuscirono per diversi giorni nubi di sostanze tossiche che contaminarono le acque del porto, i militari e i civili nella zona.
Dopo il bombardamento per espresso ordine di Winston Churchill la natura delle lesioni di coloro che erano stati ustionati dall’iprite venne tenuta nascosta, provocando così la morte di molti feriti. Bombe chimiche cadute in mare sono state ripescate dalle reti dei pescatori fino ad anni recenti, costituendo un notevole pericolo per la salute pubblica.

I tedeschi persero un solo aereo, colpito presumibilmente dalla contraerea italiana delle forze armate regie.

Il manifesto della mostra

I documenti al riguardo dell’attacco furono declassificati dal governo statunitense solamente nel 1959, ma l’episodio rimase all’oscuro fino al 1967. Nel 1986 il governo britannico finalmente ammise che i sopravvissuti del bombardamento di Bari erano stati esposti a gas tossici e modificarono di conseguenza i pagamenti delle loro pensioni.

Uno dei risultati involontari dell’intossicazione di centinaia di civili e militari con l’iprite a Bari fu la casuale scoperta da parte di due scienziati dell’università di Yale, Louis Goodman e Alfred Gilman degli effetti dell’azotiprite (Già noti dal 1919 ma ignorati dall’oncologia) collegandoli alle terapie oncologiche e determinando così la nascita della chemioterapia per la cura dei tumori.

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 6 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30.

Archivio di Stato di Bari
Via Oreste Pietro, 45

Dal 30/11/2017 al 06/12/2017
lunedì – venerdì ore 9.00 – 17.30

Ingresso gratuito

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