“La foiba di Basovizza è una fake news”, lo afferma un collettivo di estrema sinistra

By dicembre 7, 2017NOTIZIE

Il collettivo antifascista milanese “Controvento” ha pubblicato un articolo in cui la foiba di Basovizza viene definita una “fake news”.

“Cosa rappresenta questa foiba,in realtà un pozzo di lignite in disuso?”, si chiede l’anonimo articolista. “Per anni ed anni gli studiosi vicini ad ambienti di estrema destra, gli unici a trattare l’argomento foibe, [corsivo di NS] hanno trasformato il pozzo di Basovizza in una sineddoche di tutto ciò che è alla base della giornata del ricordo; secondo questi studiosi e secondo persino i partiti di centro-sinistra, nella foiba di Basovizza furono “buttati” ben 2000 italiani; ma abbiamo qualche prova concreta?”.

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Il collettivo antifascista riprendendo alcuni stereotipi cari ad ambienti vicini ai romanzieri Wu Ming o alla casa editrice triestina Kappa Vu, definisce le Foibe sono un “mito” inventato da storici missini. “La propaganda filo-fascista, orchestrata dai missini, cominciò fin dal ’45 [il MSI nacque il 26 dicembre 1946 NdR] ad ingigantire i fatti delle foibe tanto da spingere le forze alleate ad esplorare la foiba di Basovizza nell’ottobre del 1945, le forze alleate trovarono nella cavità “solo” 8 cadaveri: due tedeschi e sei italiani”.

Per il collettivo antifascista a riempire la foiba non furono i corpi degli italiani ma quelli di “militari morti e di cavalli ed animali uccisi dalle bombe ed in seguito buttati nella foiba per evitare epidemie e gli infoibati tedeschi, nazisti ed i torturatori fascisti buttati nella foiba in quanto trucidatori e non in quanto italiani”. Insomma, gente che se lo meritava.
L’articolo si conclude con la consueta apologia del crimine perpetrato contro i giuliano-dalmati da parte dei partigiani iugoslavi, considerato con indulgenza una “reazione” alla “italianizzazione forzata delle terre orientali” del nostro paese.

Nessuna reazione a questo articolo si è registrata sui media (con l’esclusione de Il Primato Nazionale) né da parte della politica, sebbene per il dettato della nuova legge che sanziona il “negazionismo”, simili affermazioni costituirebbero reato per il quale si applicherebbe “la pena da due a sei anni se la propaganda […] si fonda in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”.

[PS La redazione di Nuova Storia è contraria a qualunque legge che limiti o coarti la libertà di pensiero e di ricerca, e quanto esposto ha il solo scopo di informare il lettore circa l’assenza reazioni istituzionali]
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