Missione compiuta: gli studenti non sanno più collocare gli eventi nello spazio e nel tempo

By marzo 2, 2018RASSEGNA STAMPA

Questa lettera inviata da Mario Bocola al sito Orizzonte Scuola racconta di come la destrutturazione dei programmi scolastici abbia creato un’intera generazione di studenti privi dei fondamentali spazio-temporali per potersi orientare nel mondo. Un vero e proprio “missione compiuta” per l’ideologia mondialista che vuole l’individuo assoluto, costretto nel qui-e-ora e privo di una coscienza del suo dove e del suo quando in relazione al suo passato e alla sua terra. [N.S.]

C’è molta carenza nelle conoscenze di storia e geografia a scuola è per questo: bisogna subito rivedere le ore di insegnamento di queste due discipline perché gli alunni non sanno collocare nello spazio e nel tempo gli avvenimenti storici, non sanno individuare un luogo, una montagna, un lago, un fiume e distinguere un capoluogo di regione, provincia, la capitale di uno stato europeo e non, non sanno costruire un discorso logico e critici sulle cause e sugli effetti delle battaglie, delle guerre, delle contese che hanno contrassegnato nelle diverse epoche le vicende tra i vari stati europei.

Per non parlare della geografia, disciplina in cui gli alunni ignorano confini, laghi, oceani (confondono gli oceani e i mari), i fiumi, i monti, non conoscono le capitali e le città più importanti di uno stato europeo e mondiale. Un tempo si studiava la geografia con l’atlante e si obbligavano gli alunni a portarlo a scuola, oggi, invece usano Google Maps e non sanno nemmeno orientarsi nello spazio.

Nell’era della tecnologia orientarsi è facilissimo, ma non si ha la cognizione dello spazio e dell’orientamento. Sono queste le vere riforme che servono alla scuola: tutto il resto è palliativo o meglio un contorno vuoto di senso e di significato.

Torniamo ad insegnare la vera geografia, quella che ha fatto appassionare molti studenti, quando un tempo i ragazzi si appassionavano a questa disciplina mentre oggi è diventata la “cenerentola delle materie”, quella più bistrattata, quella messa all’angolo perché ritenuta insignificante.

È urgente tornare ad insistere molto sulle conoscenze e fare in modo che gli studenti allarghino il più possibile gli orizzonti del sapere.

È necessario farlo perché quando i nostri studenti affrontano una prova di cultura generale cadono inesorabilmente, perché, appunto, non possiedono le conoscenze di base di tutte le discipline.

Hanno delle nozioni sporadiche, frammentate e, spesso, nei questionari a risposta chiusa rispondono a caso, tentando di indovinare la risposta giusta. Gli studenti devono essere consapevoli che tutte le tipologie di concorsi pubblici e privati prevedono una prova preselettiva di cultura generale per monitorare se lo studente possiede o meno quelle conoscenze minime generali di quanto ha appreso sui banchi di scuola.

E, invece, quando ci si imbatte nella correzione degli elaborati contenenti domande di cultura generale c’è veramente da mettersi le mani in testa, da restare sbalorditi, in quanto le risposte ivi contenute sono a dir poco assurde e denotano una superficialità e pochezza di saperi acquisiti.

È bene che la scuola prenda atto di questo e insista molto sulle conoscenze di base che gli alunni devono possedere al termine di ciascun ciclo d’istruzione. Si tratta di quelle conoscenze globali che lo studente potrà poi spendere nel mondo del lavoro che oggi è molto competitivo.

Solo quando avranno quel bagaglio di conoscenze che permetterà allo studente di muoversi nel mondo, possiamo parlare delle competenze da mettere in pratica.

Fatto sta che in tema di cultura generale c’è da interrogarsi e aprire un serio, costruttivo e approfondito dibattito perché il livello di conoscenze è veramente basso per cui c’è poco da scherzare e prendere la cosa sottogamba, perché in tutti i concorsi ci saranno sempre domande di cultura generale, cioè quel bagaglio di conoscenze che accompagna la persona nell’arco di tutta la sua vita.

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"La Storia senza revisione non dovrebbe circolare"

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Join the discussion 3 Comments

  • Fabio VICANO ha detto:

    Il degrado culturale c è sempre stato. È cambiato il rapporto con la classe sociale di appartenenza. Prima gli ignoranti erano collocabili all interno di strutture sociali definite oggi è un fattore trasversale.

    • redazione ha detto:

      Ma prima si cercava di combattere l’ignoranza estendendo l’istruzione il più possibile, ora invece si sfrutta l’istruzione per creare un’ignoranza generalizzata. E che non sia più un problema di classe forse lo escluderei: è che forse la classe dominante si è talmente tanto assottigliata che non la vediamo nemmeno più?

  • Pool ha detto:

    Grazie x le bellissime foto, emozionanti!!!

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